Ciao e benvenuto o ben ritrovato sul mio blog!
Quest’oggi, dopo un bel pò di inattività più o meno forzata, ho deciso di ripartire con l’aggiornamento del mio blog personale, dedicando un approfondimento ad un tema che interessa tutti coloro i quali hanno un sito web ed intendono fare business serio col digitale.
Faccio riferimento al famigerato protocollo Https, ed in modo particolare all’accezione secondo la quale sia diventato o meno un fattore di ranking per Google, quindi importante per migliorare il posizionamento del tuo sito web nei risultati organici di ricerca.
Negli ultimi mesi è ritornato fortemente in auge nei Gruppi e Community di settore la questione circa la necessità di migrare i propri siti al protocollo https.
Le ragioni sono dovute principalmente ad una mail che Google ha provveduto ad inviare ai proprietari di siti Web allacciati a Search Console, avvisando che a partire dal mese di Ottobre 2017, il browser Google Chrome (versione 62) procederà col contrassegnare come non sicuro quando gli utenti inseriscono nome utente e password su una pagina protocollata http, e su tutte le pagine aperte in modalità navigazione in incognito.
Un messaggio che segue quello di Gennaio 2017, quando si avvertiva che le pagine http preposte all’inserimento di username/password e altri dati sensibili (es. pagine di login, iscrizione, ma anche moduli di contatto e pagine con possibilità di inserimento commenti previo inserimento di nome e indirizzo mail) sarebbero state contrassegnate come non sicure.
Sempre per stessa ammissione di Google (vedi foto sopra) queste prime avvisaglie sono inserite in un piano a lungo termine che ha l’obiettivo dichiarato di segnalare come non sicure tutte la pagine non protocollate come https.
Altro fuoco che non fa dormire sogni tranquilli ai colleghi editori proviene da Adsense, con un recente avviso di ottimizzazione che recita testualmente così:
“Quando configuri il protocollo Https sul tuo sito, nella barre degli indirizzi del Browser viene visualizzato un lucchetto verde. Questo rassicura i visitatori garantendo loro che il sito è protetto dall’ulteriore livello di sicurezza del protocollo https.
La configurazione dell’Https ha molti altri importanti vantaggi:
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Ranking Migliore nelle ricerche su Google
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Dati statistici più precisi per il traffico proveniente da altri siti web protetti
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Maggiore sicurezza contro il dirottamento del traffico”
Segnali chiari, netti e inconfutabili sul cambio di rotta che secondo Big G. noi proprietari di siti web dovremmo adottare per rendere “tranquilli e felici” i nostri utenti e beneficiare, a quanto sembra, anche di migliorie lato posizionamento organico per le nostre Serp di riferimento.
Quindi possiamo già confermare che l’adeguamento ad https è un fattore di posizionamento diretto? Conviene anzi, siamo obbligati a passare i nostri siti? A questa ed altre domande, proverò a rispondere prendendo in considerazione le fonti attendibili ed ufficiali per eccellenza, ossia quelle della stessa Google.
Protocollo https: impariamo a conoscerlo
Parafrasando la Guida ufficiale a Search Console, l’HTTPS (Hypertext Transfer Protocol Secure) è un protocollo per la comunicazione su internet, in grado di preservare e mettere al sicuro la riservatezza dei dati scambiati tra computer e siti.
Sempre secondo Google, gli utenti desiderano navigare su siti web sicuri, pertanto è importante adeguare a HTTPS qualunque sia la tipologia del sito Web.
Quindi non solo e-commerce, che gestiscono gioco forza dati sensibili come password e sistemi di pagamento: tutti i siti dovrebbero essere adeguati al nuovo protocollo di sicurezza https.
La direttiva, quasi “minaccia” di Big G. sembra essere stata ben che reperita dai Webmaster di tutto il mondo, come conferma il grafico apparso in un post su Webmaster Central Blog che certifica il trend di crescita a partire dal 2015 delle pagine protocollate html scansionate e indicizzate sul motore di ricerca.
Https incide lato SEO?
Per rispondere a questa domanda prendiamo in considerazione la risorsa ufficiale intitolata “HTTPS as a ranking signal”, postata sul Webmaster Central Blog il 6 Agosto del 2014, più di tre anni fa.
In quell’occasione, Google dichiarò come il fattore sicurezza è essenziale e fortemente importante, sia per quanto riguarda i siti dei propri progetti, sia per la navigazione web in generale.
Sono stati effettuati dei test (verosimilmente prima della pubblicazione del post del 6 Agosto) che hanno portato a decretare come l’https può essere incluso tra i fattori di ranking.
Sempre nello stesso post, si dichiara però come il peso del segnale sia “leggero” e ancora, che le serp interessate e soggette a questo segnale siano circa l’1% del totale globale.
Considerazioni personali a riguardo
Possiamo affermare con certezza assoluta che l’HTTPS è un fattore di ranking per Google, quindi siamo tenuti ad annoverarlo tra le best practices di ottimizzazione SEO per un sito web.
Se da un lato l’impatto iniziale, per stessa ammissione di Google, era fortemente basso e ridotto, di anni da quel post ne sono passati tre, e si sono aggiunti altre comunicazioni e segnali citati poco sopra.
Per quanto mi riguarda, ho preso la decisione di migrare tutti i miei progetti personali ad https.
Una prima parte di siti (a bassa redditività) ho provveduto a passarla nel primo trimestre del 2016, non sapendo che impatto sarebbe stato previsto in termini di posizionamento, e quanti scossoni sarebbero potuti accadere.
Gli ultimi siti (a media e alta reddivitià) ho provveduto a migrarli in quest’ultimo bimestre, stimolato dall’ultimo avviso by Adsense sul mio account.
Ad oltre un anno di passaggio (con la migrazione perfettamente eseguita tecnicamente) solo su un sito c’è stato un brevissimo periodo di scossoni, per poi assestarsi e proseguire una crescita costante, al netto delle altre attività.
Gli altri siti uno prosegue a crescere esponenzialmente, altri sto combattendo per uscire dallo scorso Fred Update di Marzo, ma nessun impatto negativo/positivo ritengo sia stato causato dall’adeguamento ad https, ne sono avvenuti scossoni in termini di posizionamento.
Vi terrò aggiornati su cosa succederà per i restanti siti, che al momento sto monitorando per verificare la corretta indicizzazione delle nuove risorse.
Considerazioni finali
La mia esperienza personale, mi porta ad oggi a considerare come l’adeguamento https, per quanto sia un segnale dichiarato di ranking, non ha apportato quella spinta come per altri fattori di ottimizzazione on site e on page.
Per completezza di informazione, segnalo come i miei progetti siano prevalentemente editoriali e orientati alla Lead generation, pertanto sarebbe interessante sapere feedback da parte di chi gestisce e-commerce migrati ad https.
Ulteriore nota per i colleghi editori: ad oggi, di contro a quanto si legge sui forum specie stranieri, non ho avuto alterazioni circa le revenue by Adsense sui siti migrati.
Allo stesso modo, le dichiarazioni di Google, gli obiettivi di lungo periodo, e la “pressione” ultimamente sfoderata contro noi webmaster, mi porta a riflettere come nei prossimi mesi potremmo verosimilmente attenderci un ulteriore livellamento verso l’alto del peso attribuito a questo fattore nel mix dei segnali di ranking.
Se sei un collega che ha già provveduto a migrare i siti sotto la tua gestione, mi interesserebbe fortemente sapere il tuo feedback, mentre per coloro i quali ancora non si sono cimentati, il prossimo post sarà dedicato alla checklist completa e procedura di adeguamento https di un sito WordPress.
Grazie mille per avermi seguito in queste oltre 1150 parole e al prossimo post!